domenica 5 febbraio 2012

Cigni Selvatici - Jung Chang

"Cigni Selvatici" è uno dei più bei libri che abbia avuto l'opportunità di leggere. Non è una lettura  semplice, nè tantomeno leggera; ma è senz'altro uno di quei libri che, se ti conquista, arrivati alla fine, ti lascia quel senso di vuoto paragonabile a quando una persona cara ti lascia.

Un libro che ami leggere è qualche cosa che non vorresti mai abbandonare, che non vedi l'ora di rincontrare, e quando arriva l'ultima pagina, e come un po' lasciarsi. Una sensazione quasi dolorosa.

"Cigni Selvatici" è l'autobiografia dell'autrice, Jung Chang, che racconta attraverso la vita della nonna, della madre e la sua l'epopea della propria famiglia e di riflesso un secolo di storia della Cina.

Parte dal rovesciamento dell'Impero Manciù, quando la Cina era governata dai signori della guerra, e quando la bellezza delle donne era misurata in base alla lunghezza del loro piede, raggiungendo la perfezione con "Gigli dorati" di otto centimetri (non può commuovere e indignare la descrizione delle sofferenze a cui erano sottoposte sin da bambine e che si protraeva per tutta la vita, con l'unico scopo di compiacere l'uomo).


Si prosegue con l'invasione della Cina da parte del Giappone, la nascita del comunismo e la proclamazione della Repubblica Popolare cinese, la riforma agraria, la rivoluzione culturale ... insomma il libro si articola in un continuo intrecciarsi di eventi storici e privati per un periodo di cento anni di storia.


In conclusione del libro l'autrice riferisce il suo stato d'animo rispetto alla strage di piazza Tiananmen.

"Nella primavera del 1989 ho viaggiato a lungo in tutta la Cina, raccogliendo materiale per questo libro, e ho visto montare la marea delle dimostrazioni da Chengdu fino a piazza Tiananmen. Mi ha colpito il fatto che la paura fosse stata dimenticata a tal punto che pochi dei milioni di dimostranti percepivano il pericolo; quasi tutti sembrarono colti di sorpresa quando l'esercito aprì il fuoco. Tornata a Londra, ho assistito all'eccidio attraverso la televisione, e francamente non riuscivo a credere ai miei occhi: era stato davvero ordinato dalla stessa persona che io e tanti altri avevamo accolto come un liberatore? La paura ha fatto un debole tentativo di riaffermarsi, ma senza la forza onnipresente e schiacciante dei tempi di Mao: oggi, nelle riunioni politiche, la gente critica apertamente i capi del Partito, citandoli per nome. Il corso della liberalizzazione è diventato irreversibile. Ciò nonostante, il volto di Mao guarda ancora dall'alto la piazza Tiananmen."

E' un libro che consiglio caldamente di leggere, a me ha lasciato molto e, non da sottovalutare, mi ha arricchito anche da un punto di vista nozionistico sulla storia di uno dei paesi che oggi fa più parlare di sè: una nuova potenza economica dove ancora non si ha libero accesso a internet.

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