lunedì 27 febbraio 2012

Sri Lanka - Tè

Nel corso di un viaggio in Sri Lanka ho avuto l'opportunità di visitare una piantagione di tè, una fabbrica e l'annesso negozio.

Lo Sri Lanka, insieme a Cina, Giappone e India è uno dei paesi più famosi al mondo per la produzione di tè, che qui vede il suo inizio fin dal 1867 grazie agli inglesi che sostituirono con il tè le piantagioni di caffè.
Le foglie del tè sono il prodotto della Camelia Sinensis, un arbusto ramoso e sempreverde che può raggiungere un’altezza maggiore di due metri. In Sri Lanka viene coltivato principalmente in collina/montagna, il migliore è quello coltivato ad una altezza di 1.200 metri dal livello del mare. Camminando in mezzo a queste coltivazioni di tè è possibile incontrare uomini e donne intenti alla raccolta delle foglie. La raccolta delle piante ad alta quota inizia dopo cinque anni da quando sono state piantate e può proseguire per 30/40 anni. Hanno quindi una vita produttiva molto lunga.
Dopo la raccolta le foglie vengono sparse lungo un essicatore nel quale sono mantenute disidratate con dei getti d'acqua a temperatura controllata e in seguito sottoposte a diversi trattamenti a seconda del tipo di tè che si vuole ottenere. Lo Sri Lanka è principalmente conosciuto per la produzione di tè nero, e in minor quantità di tè verde. La qualità è molto pregiata. La produzione di tè è quasi totalmente destinata all'esportazione, in particolare verso Inghilterra e Russia. Nei vari circuiti turistici è sempre inclusa una visita ad una fabbrica di tè, dove si può assistere alle varie fasi della lavorazione e acquistare delle confezioni di tè da portare a casa come souvenir.
A proposito di questo, la fabbrica che abbiamo visitato aveva una parte dedicata alla degustazione e una alla vendita veramente molto invitante. La stanza, completamente rivestita di legno era attrazzeta da una lato con tavolini e comode serie dove potevi trascorrere del tempo rilassandoti sorseggiando uno dei tè più buoni al mondo. Da un lato era poi allestito il negozio con confezioni destinate alla vendita molto colorate, come le due commesse gentilissime che ti seguivano negli acquisti. Impossibile uscire senza acquistarne almeno una piccola confezione ricordo ...


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domenica 26 febbraio 2012

Repubblica Dominicana

Abbiamo visitato la Repubblica Dominicana in dicembre; è stato il primo Natale "fuori porta" lontano da pranzi e cene con parenti e, trovato il coraggio, devo dire che è stata un'esperienza bellissima.

Abbiamo soggiornato al Gran Dominicus in località Bayahibe. L'hotel è molto piacevole, colorato ed immerso nel verde. La spiaggia è bella e lunga, ideale per passeggiate, anche se personalmente me la sarei aspettata più ampia. Ovunque gli ombrelloni sono di paglia intrecciata per ripararsi dagli scrosci d'acqua improvvisi, anche se brevi, tipici della zona caraibica. Il Natale è stato molto particolare; gli animatori hanno organizzato l'arrivo di Babbo Natale su una barca e non sono mancate le renne e la distribuzione dei doni a tutti i bambini.
Come prima escursione abbiamo scelto Altos de Chavon, a circa 30 minuti di taxi dall'hotel. Altos de Chavon è un villaggio costruito in cima ad una collina sopra al fiume Chavon. Il villaggio è  in stile spagnolo del 1500. Il villaggio se pur piccolo, è diventata una meta turistica in quanto qui sono state girate alcune delle scene di film famosi come Apocalipse Now, King Kong e Rambo II. Nonostante la sua fama sia arrivata grazie ad Hollywood, è una visita che consiglio a tutti. La vista è mozzafiato.

Un'altra escursione molto bella è stata quella all'isola di Saona, durata l'intera giornata. Nel tragitto tra Bayahibe e l'isola ci siamo fermati alle piscine naturali dove abbiamo potuto fare il bagno in un'acqua cristallina e camminare tra stelle marine rosse grandissime. Abbiamo potuto anche prenderle in mano, stando bene attenti a tenerle sempre sotto la superficie dell'acqua. L'isola di Saona è una vista indeminticabile, veramente da poster. Un'infinita spiaggia di finissima sabbia bianca, palme a ridosso del mare, acqua cristalline ed enormi conghiglie bianche. La giornata si trascorre passeggiando, lasciandosi cullare dal mare e mangiando aragoste alla griglia all'ombra delle palme.
Per la terza escursione scegliamo una meta culturale, la città di Santo Domingo. Per raggiungerla utilizziamo un taxi con cui ci accordiamo per una tariffa giornaliera; è distante circa due ore di macchina da Bayahibe. Iniziamo la visita della citta dalla zona coloniale dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Girando a piedi per le caratteristiche vi troviamo alcune tra gli edifici spagnoli più antichi di tutto il continente. Il centro del quartiere coloniale è rappresentato dalla Piazza della Cattedrale, al centro della quale c'è una statua di Cristoforo Colombo e dietro la cattedrale di Santa Maria La Menor, prima cattedrale del Nuovo Mondo
iniziata a costruire nel 1500. Degni di onta anche  Plaza Colòn, il Panteon Nazionale, la Casa Reale e il Reloj del Sol uno dei pochi orologi solari al mondo risalente al 1753. La visita continua con l'Alcazar del Colon e una passeggiata per Calle Las Damas come facevano le nobildonne e i conquistatores dei tempi di Colombo, i quali camminavano lungo questa via per godere della brezza serale. Dopo il quartiere coloniale, visitiamo il Faro a Colon, moderno monumento in cemento armato dedicato a Cristoforo Colombo. La costruzione è a forma di croce immersa in splendidi giardini e dalla quale si gode un panorama meraviglioso della città. Al suo interno c’è un sacrario dove si dice siano custodite le spoglie del navigatore genovese. Sulla strada del ritorno il taxista ci ha consigliato di fermarci a "Los tres Ojos" dove, all'interno di un enorme grotta, troviamo tre lagune di acque profonde e cristalline; si accede attraverso una scala; l'ultima delle tre lagune è raggiungibile solo con una zattera che attraversa la seconda. Uno spiraglio di luce rompe il buio fitto della grotta e ai nostri occhi si apre uno spettacolo che ha del surreale. Da non perdere!







sabato 25 febbraio 2012

Cuba: I volti dell'Avana

Ho adorato Cuba, abbiamo trascorso una settimana a Cayo Largo, nel corso della quale una giornata è stata immancabilmente dedicata alla visita della sua capitale l'Avana.
Per le strade della città si respira aria di altri tempi, musica e si incontrano personaggi molto particolari. Stavamo passeggiando tranquillamente ed abbiamo iniziato a sentire della musica; pian piano la gente per strada è iniziata ad aumentare e senza che nemmeno ce ne rendessimo conto ci siamo ritrovati nel mezzo di ballerini e suonatori che, sui trampoli, camminavano e ballavano lungo le vie della città. Non saprei dirvi se c'era un motivo particolare, qualche santo o qualunque altro motivo che giustificasse quell'atmosfera di festa; la sensazione è stata quella che volessero portare allegria per le strade, come se ci fosse una ragione per festeggiare ogni giornata, indipendentemente che vi sia un'occasione ufficiale o meno.

Vi presento Margherita, mi sembra proprio si chiamasse così .. se è ancora tra noi la troverete fuori dalla Bodeghita del Medio, famosa per essere frequentata dallo scrittore Ernest Hemingway. Margherita racconta di essere stata una famosissima attrice, ballerina, cantante e con tanto di segretaria che gestisce i suoi affari, data l'età, commercializza la sua immagine facendosi fotografare sola o in compagnia dei turisti per qualche soldo. In realtà mi sono fatta due conti per il tempo in cui mi sono fermata e la signora in questione doveva avere un bel gruzzoletto da parte. Un business sicuramente redditizio .... chissà con i chiari di luna che abbiamo in Italia in effetti come lavoretto pre-pensionamento si può anche considerare, ovviamente a Cuba!

Indipendentemente dal fatto che le persone si facciano fotografare per mestiere o no, qui vogliono tutte essere pagate, e vige ovviamente sempre la regola del chiedere prima di scattare. L'Avana è famosa in tutto il mondo per i suoi sigari e non c'è personaggio originale in questa città che non abbia il suo bel sigaro in bocca. Personalmente mi ha colpito molto vederli in bocca alle donne. Culturalmente leghiamo sempre la donna a caratteristiche di bellezza e femminilità, e sinceramente questi sigari in bocca tutto fanno tranne che dare fascino. La nostra Margherita poteva essere giustificata dal suo "business" e quindi nel dover essere estroversa, ma in realtà abbiamo incontrato moltissime donne, con il sigaro in bocca elo fumavano con estrema naturalezza. Io avrei dei problemi anche solo a tenerlo in equilibrio.

Chiuderei questa piccola galleria di volti con questo simpatissimo signore, incontrato davanti alla cattedrale dell'Avana vestito con i colori della bandiera cubana, il viso del "Che" in bella mostra e l'immancabile sigaro in bocca ... rappresentazione perfetta di questa città e della bellissima gente che la abita. 
























sabato 11 febbraio 2012

Giamaica - Negril

La Giamaica è una delle isole più attraenti e famose dei Caraibi. E' adatta a qualunque tipo di turismo in quanto offre bellissime spiagge e un ancora più meraviglioso entroterra, il tutto circondato da una natura incredibile e un popolo molto sorridente.

Visitando la Giamaica vi renderete però conto che è un paese estremamente povero, ma abitato da persone dignitose. Anche il più povero ha il cosiddetto "abito della domenica", ed infatti la domenica le strade si riempiono di persone vestite di tutto punto, bellissime donne con tanto di cappellino e ombrellino para sole, che camminano verso la chiesa per ascoltare la funzione. Sembra una scena di altri tempi. Le case, anche le più misere sono sempre estremamente pulite, e curate; pensate che prima di sedersi a mangiare le donne ripuliscono completamente cucina e pentole per evitare che vengano attirate le mosche in casa. Insomma un popolo che ha sofferto e soffre molto, ma che nonostante tutto sorride alla vita al ritmo della musica reggae.

Non renderei giustizia a questo viaggio se non iniziassi a parlare dell'hotel dove abbiamo trascorso una settimana e che io ho adorato, forse il migliore dove sia mai stata. A'insegna della diversity non possono soggiornare persone con età inferiori ai 16 anni; magari non è proprio una cosa carina, sono mamma anch'io, ma una settimana senza urla di bambini ogni tanto nella vita non guasta. Lo consiglio vivamente a tutti, anche se penso sia meglio come posizione quello lungo Long Beach, rispetto a quello dove eravamo noi nella Bloody Bay ... nome: Couples Resort Negril.

Non è stato un viaggio itinerante, abbiamo alternato giornate di escursioni a giornate di dolce far niente. Negril è sicuramente la zona della Giamaica che offre maggiore divertimento; sono presenti nella zona moltissimi locali: bar, ristoranti, discoteche. Quasi tutti i locali sono organizzati con navette che vengono a recuperare gli ospiti e li riportano all'hotel in modo da evitare inutili rischi, in particolare girando soli di notte.
Le navette sono coloratissime, fanno festa solo a guardarle e ancora prima di iniziare la serata. 


 
Non siamo particolarmente portati per la vita notturna, ma non ci siamo fatti mancare un aperitivo al famoso Ricks Cafè e una serata al Margaritaville. Il Margaritaville è sulla Long Beach, molto carino per la sua posizione direttamente sulla spiaggia. Il Ricks Cafè, l'ho però preferito. Costruito sulla cima di un punto di costa roccioso, con piscina, palco dove si tengono concerti di musica reggae dal vivo tutte le sere, tavolini sparsi ovunque, possibilità di assistere ad un tramonto da togliere il fiato e non ultima la possibilità di assistere alle prodezze di audaci ragazzi giamaicani, che per guadagnare un po' di soldi si esibiscono in tuffi spettacolari da altezze mozzafiato.

In aggiunta alla vita notturna la Giamaica vanta spiagge molte belle, in particolare la Long Beach perfetta per chi ama le lunghe passeggiate. Lungo il percorso è possibile incontrare bancarelle, negozi, bar, hotel ed assistere ad uno degli avvenimenti più comuni, un matrimonio sulla spiaggia. Le persone non sono fastidiose, più che altro se qualcuno ti avvicina è per chiederti se ti interessa fumo o funghi allucinogeni; se rifiuti non accade nulla. Lungo la spiagga di Bloody Bay abbiamo invece trovato un personaggio incredibile, che cucinava ottime aragoste in un ristorante improvvisato ad un prezzo stracciato.

Non manca poi la possibilità di fare delle bellissime escursioni nell'entroterra, dove la vegetazione è lussureggiante e nascono bellissime cascate dai vari fiumi.

Una delle escursioni che abbiamo fatto è stata alle YS Falls. John Yates e Richard Scott sono i due proprietario della tenuta che hanno dato il nome alle YS Falls e le hanno aperte al pubblico nel 1990. L'escursione offre l'opportunità di contemplare la bellezza delle cascate circondate dalla flora e dalla fauna locale. Ci sono sette cascate, che si riversano in diverse piscine naturali.  C'è anche una piscina naturale alimentata dal sorgenti del sottosuolo più adatta ai bambini, o a chi non sa nuotare particolarmente bene.



Un'altra bellissima escursione è stata al Black River. Lungo la strada per arrivare abbiamo attraversato la Bamboo Road, famosa anche in Italia grazie alla pubblicità della Fiat Doblò. Questa strada è una galleria naturale lunga quattro chilometri formata dalle piante di Bambusa Vulgaris, la più grande pianta di bambù che cresce in Giamaica.

Il Black River è una riserva naturale nella regione chiamata Black River Morass, famosa per i coccodrilli, le spettacolari mangrovie e le moltissime specie di uccelli. L'escursione si svolge a bordo di una barca ed è molto suggestiva. In particolare lo spettacolo delle mangrovie è unico, sono talmente fitte che creano delle vere e proprie gallerie. Un ramo del fiume è addirituttura chiamato Mangrovia Road. Abbiamo visto moltissimi coccodrilli, o meglio alligatori; inoltre nel corso dell'escursione e facile incontrare pescatori, in barca o a bagno direttamente nell'acqua.


Nel corso della settimana siamo passati davanti alla casa monumento di Peter Tosh e abbiamo visitato Negril West End , incluso il Faro, dove ci ha accolto il Sig. Wilson Johnson, il guardiano che, ormai famoso, è riportato in molte delle più conosciute guide turistiche. Dalla cima del Faro, dopo essere saliti per ben 103 gradini, si gode una bellissima vista del West End. Abbiamo anche approfittato di un'escurzione organizzata in catamarano, la vista della costa dal mare non è tra le più belle, quindi non mi sento di consigliarla, ma è valsa la pena farla per il tramonto di cui abbiamo potuto godere sulla via del ritorno.

La Giamaica è un paese dove sicuramente torneremo, anche perchè ci manca completamente la parte nord-ovest a partire da Ocho Rios. E' stato una settimana molto bella e soprattutto molto varia, cosa che non tutti i viaggi sono in grado di offrire: mare, divertimento, escursioni e tante... aragoste!

venerdì 10 febbraio 2012

Follia - Patrick McGrath


Follia racconta una storia d'amore ossessiva e carica d'angoscia che si sviluppa in parte tra le mura di un manicomio. La storia è raccontata con modalità di flashback da parte dello psichiatra del protagonista maschile di questo romanzo, Edgar.

I due protagonisti Edgar e Stella si incontrano appunto in un manicomio, dove Edgar è rinchiuso come paziente con l'accusa di avere crudelmente ucciso la moglie a seguito di un folle attacco di gelosia, mentre Stella è la moglie dello psichiatra vice-direttore dell'istituto.

Stella, conquistata dall'animo folle e tormentato di Edgar, si lascia andare ad una relazione extraconiugale e quando Edgar decide di fuggire dal manicomio lei abbandona tutto quello che ha: marito, figlio e status sociale per seguirlo e perdersi nella sua follia, nel suo modo di vivere eccessivo, antinconvenzionale e irrazionale.

Per Stella questa decisione coincide con la fine di un'esistenza governata dall'etichetta e dal rispetto da parte della società e l'inizio di un viaggio nella follia che la porterà a dovere poi scappare dal suo stesso amante e ad assistere "paralazzita" alla morte del figlio. Quest'ultimo fatto l'allontanerà definitivamente dal marito, riportandola al punto di partenza, al manicomio dove incontrò Edgar.

La fine del libro non ve l'anticipo, ma da un romanzo così tormentato non ci si può certo aspettare il lieto fine.

Dal libro è stato anche tratto un film il cui regista è lo scozzese David Mackenzie. Per coloro che non apprezzano particolarmente la lettura, ne consiglio la visione, in quanto, pur non trasmettendo interamente le emozioni del libro, è ben fatto e riproduce la storia senza storpiature.

"Per la prima volta Stella sentiva che era valsa la pena di saltare nel vuoto, perché alla fine avrebbero trovato il posto sicuro dove amarsi senza paura. E fu in quello spirito che fecero l'amore: senza paura, liberamente, mentre i treni rombavano sul viadotto nella notte. E Stella lo fece ridendo, gridando, urlando al magazzino intero tutta la vita che aveva dentro."

mercoledì 8 febbraio 2012

India: I volti del Rajasthan

Ho deciso di dedicare questa categoria ai volti delle persone meravigliose incontrate lungo la strada .... l'India è sicuramente un paese che colpisce molto anche attraverso le persone che la abitano.

Fotografare o riprendere una persona richiede molto rispetto; innanzi tutto è indispensabile chiedere il permesso e in secondo luogo non avere l'atteggiamento di stare fotografando un negozio di spezie, ma trasmettere loro che il motivo della foto/video è la loro bellezza, è il voler fissare nella memoria le sensazioni che ti stanno trasmettendo.

Nel corso del viaggio in India, come in Cina, mi è stato spesso chiesto di posare per delle foto a causa dei miei capelli biondi, per loro appunto qualche cosa di bello e unico.

L'incontro più incredibile è stato quello con il piccolo mago di Jaipur, non aggiungo altre parole perchè il video vi farà capire tutto ....

Ho incontrato questa bambina ad Abhaneri. Ci siamo messe a chiaccherare a fatica in inglese. Mi ha conquistata immediatamente, probabilmente perchè mi ricordava tantissimo mia figlia Erica, ed in effetti la somiglianza ha quasi dell'incredibile. Dolcissima, educata ... le ho regalato una piccola scimmietta di peluche, di quelle agganciate alle borse della Kipling, e sembrava le avessi regalato il mondo. Mi ha raccontato di vivere con la madre e due fratelli, perchè il papà non ce l'aveva più. Non avrei più voluto lasciarla... la cosa più triste? Un gruppo di turisti italiani che mi ha avvicinata raccomandandomi di toccarla più perchè poteva portare malattie. Ancora oggi ogni tanto penso a che cosa stia facendo, a che cosa le stia riservando la vita  ......

Al Forte Rosso (Lal Qila) di Agra incontriamo una sposina in viaggio di nozze con tanto di marito e suoceri a seguito. Lei ci guardava come se volesse chiederci qualche cosa, ma non osava ... avendo capito di essere nella situazione in cui i miei capelli avevano colpito ancora, le ho chiesto se volesse fare una foto con me, e lei felice mi ha detto di si. Così è iniziato il book fotografico, io con lei, io con la famiglia ... e ovviamente abbiamo chiesto se anche per loro non fosse un problema essere fotografati da noi; ne erano felicissimi. Non trovate che lei fosse semplicemente bellissima.
Davanti al Palazzo dei Venti ad Agra è facile trovare persone che chiedono l'elemosina. In questo caso si trattava di una zingara proveniente dall'Afganistan con un bimbo molto piccolo. La nostra guida ne era piuttosto spaventata e ci ha ripetutto più volte di prestare particolare attenzione nell'avvicinarla e nel parlarle. Probabilmente aveva ragione lui, ma davanti a due occhi come questi rimani incantato, come puoi non fermarli con un obiettivo anche a costo di qualche rupia.
Concludiamo con questo saluto di due adolescenti che camminavano lungo il fiume a Jaipur; non sembrano molto convinti di questo saluto, sembrano un po' perplessi..... mi sono spesso chiesta come appariamo ai loro occhi; loro che devono combattere ogni giorno per vivere, che non hanno nulla se non quello che riescono a conquistare con grande fatica o con metodi meno leciti. Mi sento sempre a disagio nella mia parte di turista; nonostante mi piaccia molto parlare con le persone che incontro, ascoltare le loro storie o semplicemente le loro chiacchere, che cerchi di aiutarle per quanto mi è possibile, resto comunque una turista che arriva con i suoi soldi e le sue comodità nel loro paese.




domenica 5 febbraio 2012

Cigni Selvatici - Jung Chang

"Cigni Selvatici" è uno dei più bei libri che abbia avuto l'opportunità di leggere. Non è una lettura  semplice, nè tantomeno leggera; ma è senz'altro uno di quei libri che, se ti conquista, arrivati alla fine, ti lascia quel senso di vuoto paragonabile a quando una persona cara ti lascia.

Un libro che ami leggere è qualche cosa che non vorresti mai abbandonare, che non vedi l'ora di rincontrare, e quando arriva l'ultima pagina, e come un po' lasciarsi. Una sensazione quasi dolorosa.

"Cigni Selvatici" è l'autobiografia dell'autrice, Jung Chang, che racconta attraverso la vita della nonna, della madre e la sua l'epopea della propria famiglia e di riflesso un secolo di storia della Cina.

Parte dal rovesciamento dell'Impero Manciù, quando la Cina era governata dai signori della guerra, e quando la bellezza delle donne era misurata in base alla lunghezza del loro piede, raggiungendo la perfezione con "Gigli dorati" di otto centimetri (non può commuovere e indignare la descrizione delle sofferenze a cui erano sottoposte sin da bambine e che si protraeva per tutta la vita, con l'unico scopo di compiacere l'uomo).


Si prosegue con l'invasione della Cina da parte del Giappone, la nascita del comunismo e la proclamazione della Repubblica Popolare cinese, la riforma agraria, la rivoluzione culturale ... insomma il libro si articola in un continuo intrecciarsi di eventi storici e privati per un periodo di cento anni di storia.


In conclusione del libro l'autrice riferisce il suo stato d'animo rispetto alla strage di piazza Tiananmen.

"Nella primavera del 1989 ho viaggiato a lungo in tutta la Cina, raccogliendo materiale per questo libro, e ho visto montare la marea delle dimostrazioni da Chengdu fino a piazza Tiananmen. Mi ha colpito il fatto che la paura fosse stata dimenticata a tal punto che pochi dei milioni di dimostranti percepivano il pericolo; quasi tutti sembrarono colti di sorpresa quando l'esercito aprì il fuoco. Tornata a Londra, ho assistito all'eccidio attraverso la televisione, e francamente non riuscivo a credere ai miei occhi: era stato davvero ordinato dalla stessa persona che io e tanti altri avevamo accolto come un liberatore? La paura ha fatto un debole tentativo di riaffermarsi, ma senza la forza onnipresente e schiacciante dei tempi di Mao: oggi, nelle riunioni politiche, la gente critica apertamente i capi del Partito, citandoli per nome. Il corso della liberalizzazione è diventato irreversibile. Ciò nonostante, il volto di Mao guarda ancora dall'alto la piazza Tiananmen."

E' un libro che consiglio caldamente di leggere, a me ha lasciato molto e, non da sottovalutare, mi ha arricchito anche da un punto di vista nozionistico sulla storia di uno dei paesi che oggi fa più parlare di sè: una nuova potenza economica dove ancora non si ha libero accesso a internet.